Cosa fare se un ristorante ti nega l’ingresso per l’abbigliamento?

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Immagina di essere una bambina di 11 anni, pronta a gustarti un pranzo in un ristorante, ma il proprietario ti nega l’ingresso solo perché indossi la maglietta della tua squadra del cuore.

Non crederai mai a quello che è successo a Pescara! Questo episodio di intolleranza ha acceso un acceso dibattito sui diritti dei clienti nei ristoranti. Ma cosa dice la legge al riguardo? Scopriamolo insieme!

Il caso che ha scosso Pescara

Il racconto di questa bambina ha fatto il giro del web: suo padre ha condiviso l’accaduto sui social, rivelando come il proprietario del ristorante avesse impedito l’accesso alla famiglia perché la piccola indossava una maglietta della Lazio.

Immagina la scena: sotto il sole cocente di mezzogiorno, la famiglia ha deciso di andare via e cercare un altro posto. Ma la storia non finisce qui: grazie all’intervento della Lazio, la piccola ha avuto l’opportunità di incontrare i calciatori e la città di Pescara si è scusata, non sentendosi affatto rappresentata dal comportamento del ristoratore. Che colpo di scena, vero?

Ma cosa sarebbe successo se i genitori avessero deciso di chiamare le forze dell’ordine? E soprattutto, cosa si può fare in situazioni simili? È un tema che interessa molti, soprattutto quando si parla di discriminazione per motivi di abbigliamento.

Per chiarire la situazione, abbiamo consultato l’avvocato Elia Ceriani, che ci offre una prospettiva legale interessante.

Cosa dice la legge sull’accesso ai ristoranti?

L’avvocato Ceriani spiega che la legge italiana è chiara: l’articolo 187 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza stabilisce che non si può negare l’accesso a un servizio essenziale senza un motivo legittimo. In altre parole, se una persona è in grado di pagare, un ristoratore non può impedirle di entrare solo perché non gradisce il suo abbigliamento.

Ma ci sono delle eccezioni da considerare. Ad esempio, non è accettabile presentarsi in un ristorante a torso nudo, come suggerisce il buon senso e le normative comunali. E tu, cosa ne pensi? È giusto avere delle regole di abbigliamento?

Ma il mondo è cambiato dal 1940, anno in cui il Testo Unico è stato redatto. Oggi, pratiche un tempo normali come indossare una cravatta sono sempre più rare. Un ottimo esempio è il ristorante Le Bernardin a Manhattan, che ha recentemente abbandonato l’obbligo della giacca dopo la pandemia, pur continuando a consigliare abbigliamenti adeguati.

Quante cose sono cambiate, eppure le discussioni sui diritti continuano!

Quando è giusto intervenire?

Se ti trovi di fronte a una situazione simile a quella del ristorante di Pescara, cosa dovresti fare? Secondo l’avvocato Ceriani, in caso di negazione di accesso, è opportuno contattare le forze dell’ordine affinché possano valutare la situazione e decidere se applicare sanzioni. Ma quali motivi possono giustificare la negazione di accesso? Se un cliente disturba gli altri commensali con comportamenti inappropriati, il ristoratore ha il diritto di intervenire.

Tuttavia, le discoteche possono applicare criteri di selezione differenti all’ingresso, dato che non sono considerati servizi essenziali. E tu, hai mai vissuto una situazione simile?

In sintesi, è fondamentale essere informati sui propri diritti quando si tratta di accesso ai ristoranti. La legge protegge i clienti, ma è anche importante seguire le norme di buona educazione e rispettare l’atmosfera del locale. Non dimenticare di condividere la tua opinione su questo tema e segui le discussioni sui social! 🔥💬