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È ufficiale: Jeremy Clarkson ha deciso di mettere nel mirino Peroni, il celebre marchio di birra italiana.
Ma perché un ex conduttore di Top Gear, noto per la sua passione per le auto, improvvisamente si dedica a una battaglia contro un drink che ha conquistato il Regno Unito? Scopriamo insieme le motivazioni di questa singolare crociata e cosa significa per il futuro degli agricoltori inglesi.
Negli ultimi tempi, Clarkson ha abbandonato le velocità folli delle auto per dedicarsi all’agricoltura.
Dopo un lungo e fruttuoso percorso come presentatore, ora è il proprietario di una fattoria che include un pub e un birrificio, il tutto nella pittoresca regione delle Cotswolds. La sua nuova avventura imprenditoriale non è solo un hobby, ma una vera e propria missione per sostenere il mercato locale, e Peroni è diventata il simbolo della sua battaglia.
Il conduttore ha espresso la sua frustrazione riguardo alla crescente presenza di marchi di birra stranieri nel mercato britannico, sostenendo che ciò danneggi gli agricoltori inglesi.
Ma la domanda sorge spontanea: Peroni è davvero il nemico da combattere? Secondo Clarkson, sì. Il marchio italiano, di proprietà di Asahi Breweries dal 2016, ha conquistato una parte significativa del mercato UK, e questo non gli va giù. “Ogni volta che bevete una Peroni, state supportando gli agricoltori italiani”, ha affermato in un’intervista, sottolineando l’importanza di consumare prodotti locali.
La Brexit ha lasciato un segno profondo sull’agricoltura britannica, e Clarkson ha deciso di schierarsi dalla parte degli agricoltori, partecipando attivamente a proteste contro politiche che minacciano il loro sostentamento.
La sua serie Amazon, Clarkson’s Farm, mette in luce le sfide quotidiane che affrontano i produttori locali, rendendo la sua lotta contro Peroni ancora più significativa.
Ma cosa c’è di così particolare nella birra italiana? Secondo Clarkson, il problema risiede nel fatto che Peroni utilizza malto esclusivamente italiano. Per il conduttore, questo significa che ogni pinta di birra italiana bevuta in UK è un colpo per l’economia locale. Ecco perché ha deciso di creare la sua birra, la Jeremy’s Lager, per contrastare l’egemonia dei marchi esteri e sostenere i produttori locali.
La sua guerra non si ferma qui. In una recente intervista, Clarkson ha espresso il desiderio che il consiglio di amministrazione di Peroni si domandi “Che diavolo è andato storto? Non stiamo vendendo nulla nel Regno Unito”. Un’affermazione che fa eco alla sua ambizione di dominare il mercato della birra britannica. Con toni provocatori, ha descritto la birra italiana come “una m***a”, scatenando così le ire di molti amanti della buona tavola e dei prodotti italiani.
Ma c’è un colpo di scena: nonostante le sue affermazioni, Clarkson ha sempre mostrato apprezzamento per la cultura italiana, evidenziando i suoi paesaggi e la gastronomia. Insomma, la sua battaglia contro Peroni sembra essere più una questione di campanilismo che di vera avversione verso il bel paese. E mentre lui continua a promuovere i prodotti locali, molti si chiedono se questa guerra porterà solo a divisioni o se potrà, in qualche modo, riunire le comunità attorno a un bicchiere di birra.
La saga di Clarkson e Peroni è destinata a continuare e chissà quali sorprese ci riserverà in futuro. Se sei curioso di conoscere i prossimi sviluppi, non perdere di vista le notizie!