Immagina di gustare un risotto che racchiude l’essenza della Lombardia, un piatto che non è solo cibo, ma un’esperienza indimenticabile.
La ricetta del risotto al Bitto, firmata dallo chef stellato Giancarlo Morelli, è un vero e proprio viaggio tra tradizione e innovazione, capace di conquistare anche i palati più esigenti. Non stiamo parlando di un risotto qualsiasi: è un omaggio a uno dei formaggi più preziosi e rari della nostra penisola. Sei pronto a scoprire insieme la sua storia e a imparare come ricrearlo a casa tua?
Il Bitto Dop è molto più di un semplice formaggio; è il risultato di un processo artigianale che affonda le radici nella tradizione della transumanza delle mucche e delle capre. Ogni anno, circa 3.000 animali si spostano verso i 45 alpeggi della Valtellina, portando con sé non solo il latte, ma anche una tradizione secolare. Questo latte fresco, lavorato a mano, si trasforma in un formaggio dal sapore inconfondibile, che matura in casere d’alpe per almeno 70 giorni. Ma attenzione: solo 15.000 forme di Bitto vengono prodotte ogni anno, rendendolo una vera rarità!
Il Bitto si distingue per i suoi profumi intensi e il suo sapore che varia da dolce a delicato a seconda della stagionatura. Ma non dimentichiamo il Valtellina Casera, con la sua pasta semidura e il gusto più leggero, perfetto per piatti freschi e leggeri. Giancarlo Morelli, chef di fama e amante della tradizione, ci invita a scoprire come questi formaggi possano trasformare la nostra cucina quotidiana in un’esperienza gourmet. Non è affascinante come i sapori possono raccontare storie?
Preparare il risotto al Bitto è un’arte che richiede passione e attenzione. Iniziamo con gli ingredienti essenziali: riso Carnaroli, brodo vegetale, vino bianco, cipolla, burro e, ovviamente, il nostro prezioso Bitto. Ma ecco il primo segreto: la qualità degli ingredienti è fondamentale. Scegliere un buon riso e un brodo fatto in casa farà davvero la differenza!
La preparazione inizia con un soffritto di cipolla, a cui si aggiunge il riso per tostarlo leggermente. Il vino bianco viene poi sfumato, mentre il brodo caldo viene aggiunto un mestolo alla volta, mescolando costantemente. È qui che Morelli ci dà un consiglio prezioso: mantenere la fiamma bassa durante la mantecatura, per evitare che il Bitto si incolli e perda la sua cremosità. Hai mai pensato a quanto possa essere delicato il processo di mantecatura?
Quando il riso è quasi al dente, è il momento di aggiungere il Bitto grattugiato, mescolando delicatamente fino a ottenere una consistenza cremosa. Ma non finisce qui! Aggiungere ribes freschi della Valtellina non solo equilibra il piatto, ma porta anche un tocco di freschezza e acidità che renderà il risotto indimenticabile. Chi avrebbe mai pensato che un semplice frutto potesse elevare un piatto così?
Se pensi che il risotto al Bitto sia l’unico modo per apprezzare questo formaggio, ti sbagli! Morelli ci sorprende ancora con idee alternative. Prova a utilizzarlo in una lasagna vegetale con piselli, taccole e fagiolini, arricchita da un tocco di aglio orsino. Oppure, per un piatto tradizionale, il Casera è perfetto in una cacio e pepe “valtellinese”, grattugiato sottilissimo per un sapore ancor più avvolgente. Sei curioso di provare?
E per i pizzoccheri? «Usa entrambi!» ci dice Morelli, creando così un connubio di sapori che non deluderà. La cucina è un’arte e, come ogni artista, anche noi possiamo dare il nostro tocco personale. È questo il bello della gastronomia! Non c’è niente di più gratificante che esprimere la propria creatività attraverso i piatti che prepariamo. Sei pronto a dare il tuo tocco personale alla prossima ricetta?