Tracciabilità e qualità, un binomio fondamentale: il caso Olio dei Papi

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Quando si parla di valori che, oggi come oggi, sono fondamentali per il successo di un brand nel mondo del food, non si può non chiamare in causa la tracciabilità. A dimostrazione della sua importanza è possibile citare il fatto che, nel periodo più duro delle restrizioni causate dall’emergenza Coronavirus, l’utenza si è rivolta, per la spesa alimentare, a piccoli produttori locali. Tra i motivi è possibile citare proprio la possibilità di avere maggiori garanzie di controllo sulla filiera.

Ci sono storie di successo nell’ambito food che vedono in primo piano brand i quali hanno fatto dell’aspetto sopra citato un cardine della propria crescita. Tra queste, spicca il caso di Olio dei Papi.

Olio dei Papi: dall’impegno delle comunità monastiche alla tecnologia come alleata del brand

L’olio extra vergine di oliva rappresenta una delle eccellenze che rendono celebre l’Italia nel mondo. Nel caso di Olio dei Papi, si ha a che fare con la storia di un prodotto che è nato e ha prosperato nella zona del basso Lazio. Qui, a partire dall’anno Mille, le comunità monastiche si sono messe in gioco con bonifiche e altre migliorie dei terreni grazie alle quali è stato possibile avviare un’intensa attività di coltura dell’olivo.

Questo patrimonio – a ragione definibile straordinario – è stato riscoperto attorno al XVIII secolo grazie a cambiamenti rilevanti che hanno visto il culmine nel 1778, anno della riforma agraria di Papa Pio VI, che decretò un premio in denaro per ogni olivo messo a dimora.

Fornitore del Vaticano, Olio dei Papi è riuscito, nel corso dei secoli, a mantenere intatto quel prezioso – e non certo facile da tenere vivo – legame fra tradizione e innovazione.

A riprova di ciò abbiamo l’altissima qualità del prodotto, che non è mai cambiata. Frutto dell’impegno di diversi olivicoltori che si sono organizzati in cooperativa – il che ha permesso, negli anni, di recuperare diversi frantoi che vivevano momenti difficili – questo straordinario prodotto fa della tracciabilità uno dei suoi maggiori punti di forza.

In questo caso, la tecnologia si rivela alleata preziosa. Il consumatore, che da diversi anni ormai è sempre più alla ricerca di informazioni sulla qualità di quello che acquista, ha la possibilità, semplicemente inserendo il numero di lotto in un record presente in un’area ad hoc del sito ufficiale, di ricavare informazioni sul coltivatore, sull’indirizzo della sua attività, sul frantoio di molitura.

Il bello non finisce qui! Grazie alla geolocalizzazione del territorio in cui gli ulivi vengono coltivati, è possibile apprezzare anche la visione dall’alto dell’appezzamento di terreno.

Non c’è che dire: chi pensa che la tecnologia abbia in qualche modo snaturato le tradizioni centenarie che rendono la tavola italiana famosa nel mondo, può anche cambiare idea. L’esempio di Olio dei Papi è un case history felice e interessante da portare come esempio nel momento in cui si parla della possibilità di prendere per mano il consumatore finale e di fargli toccare con mano la storia del prodotto che acquista, partendo dall’impegno di chi lo crea. Il punto di arrivo è ovviamente lo store online, vi invitiamo a visitare per scoprire il prodotto in diversi formati, alcuni dei quali proposti in pregevoli confezioni regalo: https://oliodeipapi.it/shop/

Nel caso di Olio dei Papi, il senso di quanto appena ricordato è ancora più forte. Parliamo infatti di un progetto unico nel suo genere, che proprio dalla ricerca storiografica – uno studio che ha preso in considerazione le testimonianze degli anziani del basso Lazio e le loro risposte relativamente all’importanza della coltura dell’olivo nella zona – ha tratto molta della sua forza.

Concludiamo rammentando che, per farsi un’idea della qualità del prodotto, è possibile fare riferimento non solo alla tracciabilità, ma anche alle certificazioni internazionali che, nel corso del tempo, l’olio è riuscito a ottenere e che sono sinonimo di un’attenzione continua agli standard moderni di sicurezza alimentare.