Marcello Trentini: la crisi del fine dining spiegata

Non crederai mai a cosa ha detto Marcello Trentini sul fine dining! Un post al vetriolo che svela le contraddizioni del mondo gourmet.

In un panorama gastronomico che cambia a ritmo vertiginoso, lo chef Marcello Trentini ha deciso di far sentire la sua voce con uno sfogo sui social che ha sorpreso e scosso molti appassionati del fine dining. Dopo aver celebrato la ristorazione all’evento 50 Best tenutosi a Torino, Trentini ha messo in luce le problematiche di un settore che sembra sempre più in crisi. Ma cosa ha scatenato questa reazione così accesa? Scopriamolo insieme.

La crisi del fine dining

È un dato di fatto: il fine dining, un tempo considerato l’apice della gastronomia, sta affrontando una crisi senza precedenti. I ristoranti stellati Michelin, simboli di eccellenza e raffinatezza, si ritrovano a fronteggiare un calo di clienti e un aumento vertiginoso dei costi. Secondo Trentini, questa situazione insostenibile ha costretto molti chef e ristoratori a ripensare il proprio approccio al cibo e al servizio, cercando soluzioni più accessibili e vicine alle persone. Ma come possiamo tornare a legare la cucina all’autenticità e alla tradizione?

In questo contesto, c’è chi propone una “decrescita felice”, abbracciando un’idea di ristorazione che favorisca piatti semplici e tradizionali, più in linea con l’equilibrio vita-lavoro. Eppure, per Trentini, la questione è più complessa. Il suo sfogo è un grido d’allerta contro la superficialità e l’autoreferenzialità che spesso caratterizzano il mondo della haute cuisine, un settore che rischia di perdere di vista ciò che realmente conta.

Il duro attacco di Trentini

Arrivato a Torino, Trentini ha assistito a quello che definisce un “peggio del peggio” del settore gastronomico. Con un linguaggio colorito, ha descritto cuochi in preda all’egocentrismo e a una visibilità che, secondo lui, è frutto di un gioco di interessi. “Premi ridicoli e ristoranti che puoi frequentare solo se sei milionario”, ha esclamato, evidenziando come l’alta cucina si stia allontanando dalle radici e dai veri valori della gastronomia. Ti sei mai chiesto se tutto ciò sia davvero il futuro della cucina?

In questo contesto, Trentini ha deciso di abbandonare il fine dining per dedicarsi a una cucina che lui stesso definisce “brutalista”, caratterizzata da cotture ancestrali e una totale assenza di sovrastrutture. La sua nuova avventura alla Brace Pura è un manifesto della sua visione: riscoprire il sapore autentico dei cibi senza fronzoli, un ritorno all’essenziale che potrebbe ispirare molti.

Riflessioni su una ristorazione in evoluzione

Ma cosa significa realmente il suo sfogo? Trentini non si limita a criticare, ma invita anche a riflettere. Se il fine dining sta perdendo appeal, non è forse il momento di esplorare nuove strade, senza dimenticare la tradizione e l’accessibilità? La sua provocazione sulle “trattorie contemporanee” solleva interrogativi interessanti: gli chef di oggi devono essere altrettanto audaci nei loro ristoranti come quando escono a mangiare? È un tema che merita di essere approfondito.

Il dibattito è aperto e le sue affermazioni, pur pungenti, portano alla luce le contraddizioni di un settore che deve adattarsi ai tempi moderni. La crisi del fine dining non è solo un problema di mercato; è un invito a tornare alle origini, a una cucina che parli alla gente e non solo a una ristretta élite. Riuscirà il mondo della ristorazione a rinnovarsi, abbracciando un futuro più inclusivo e autentico? La risposta ti sorprenderà…

Scritto da Staff

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