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Il mondo della dolciaria italiana è in lutto per la scomparsa di Alessandra Balocco, una figura che ha saputo intrecciare tradizione e innovazione come poche. Il 4 agosto, a soli 61 anni, ci ha lasciato un’icona che non solo ha segnato la storia della sua azienda, ma ha anche lasciato un segno profondo nella comunità di Fossano, la sua città natale. Qui, il dolore è palpabile e il lutto cittadino è stato proclamato per onorare una leader che ha affrontato sfide enormi, mantenendo viva una tradizione dolciaria che affonda le radici nel 1927.
Una leader in tempi difficili
Alessandra Balocco, terza generazione alla guida del gruppo dolciario, ha preso le redini dell’azienda in un momento di grande vulnerabilità per la sua famiglia. Pochi mesi dopo la perdita del padre Aldo e del fratello Alberto nel 2022, Alessandra ha dimostrato una resilienza invidiabile, conducendo il suo team attraverso crisi che molti considerano tra le più gravi degli ultimi decenni. Sotto la sua direzione, il fatturato ha raggiunto i 254 milioni di euro, con prodotti esportati in oltre 67 paesi. Un traguardo che testimonia non solo la sua visione imprenditoriale, ma anche la sua incredibile capacità di leadership.
La carriera di Alessandra inizia nel 1990 e, da quel momento, il suo contributo è stato fondamentale per dare vita a un brand che è diventato sinonimo di qualità e tradizione. Ha affrontato con coraggio sfide come la pandemia, le crisi geopolitiche e quelle energetiche, mantenendo sempre un occhio vigile sulla solidità dell’azienda, rimanendo lontana dalle sirene dei fondi di investimento e della Borsa. Ma come ha fatto a resistere in un settore così volatile? La risposta risiede nella sua determinazione e nel suo amore per il prodotto che ha contribuito a forgiare.
Affrontare le tempeste: il caso Pandorogate
Un episodio che ha segnato la carriera di Alessandra è stato il cosiddetto “Pandorogate”, uno scandalo che ha colpito il brand durante la campagna “Pink Christmas” in collaborazione con Chiara Ferragni. In un momento di grande pressione, Alessandra ha dimostrato una forza incredibile, difendendo la reputazione dell’azienda con grinta. Ha rifiutato di cedere, sottolineando l’impegno verso la correttezza e la trasparenza. “Non abbiamo mai attuato pratiche scorrette”, ripeteva con convinzione, respingendo ogni accusa e definendo la situazione come “oltremodo strumentalizzata”.
Questa determinazione non solo ha rafforzato la fiducia dei dipendenti nei suoi confronti, ma ha anche consolidato il legame con i consumatori, che hanno continuato a sostenere un marchio che, sotto la sua guida, ha sempre messo l’integrità al primo posto. Ma ti sei mai chiesto quanto può essere difficile mantenere la propria etica in un mondo così competitivo? Alessandra ha dimostrato che è possibile.
Il futuro della dinastia Balocco
Con la scomparsa di Alessandra, il futuro dell’azienda è ora nelle mani del consiglio di amministrazione, composto da familiari come il marito Ruggero Costamagna, il figlio Marco e la nipote Diletta, primogenita di Alberto. Questo nuovo capitolo rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità per mantenere viva l’eredità di Alessandra e per continuare a crescere nel mercato globale della dolciaria.
Il suo spirito imprenditoriale e la sua dedizione al lavoro restano un esempio da seguire per le future generazioni. La comunità e l’industria dolciaria si trovano ora a fare i conti con la realtà della sua assenza, ma il suo impatto e la sua visione continueranno a vivere attraverso l’azienda di famiglia e le pratiche etiche che ha instaurato. La storia di Alessandra Balocco è un monito sull’importanza della leadership e della passione, non solo nel business, ma anche nella vita di tutti i giorni. E tu, come pensi che il suo esempio possa ispirare le nuove generazioni di imprenditori?