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Quarant’anni fa, l’innovazione culinaria si presentò sotto forma di un semplice sogno: portare il salmone norvegese sulle tavole giapponesi. Era il 1985 quando una delegazione di norvegesi si imbarcò in un’avventura che avrebbe cambiato il modo di concepire il sushi per sempre. Immagina la scena: il Giappone, terra di tradizioni culinarie millenarie, si trovava di fronte a una richiesta crescente di tonno crudo, ma il salmone, quel pesce rosa e succulento, non era considerato all’altezza. Eppure, fu proprio in questo contesto che nacque il “Project Japan”, un’iniziativa commerciale che sfidò le convenzioni.
La sfida del Project Japan
Il viaggio di questo progetto non fu semplice. I giapponesi, custodi di un’arte gastronomica raffinata, erano scettici. Come potevano considerare il salmone, fino ad allora utilizzato solo cotto, come un ingrediente per il sushi? Thor Listau, il ministro della pesca norvegese, sapeva di avere tra le mani un’opportunità unica. Con pazienza e determinazione, si impegnò a costruire relazioni, organizzando degustazioni e incontri con ristoratori e importatori. Questi sforzi, che si protrassero per oltre un decennio, si rivelarono fondamentali per superare le resistenze e far accettare il salmone nel sushi giapponese.
Un cambiamento epocale
Il cambiamento fu straordinario. Da sole due tonnellate di salmone esportate nel 1985, gli scambi aumentarono vertiginosamente, arrivando a oltre quarantacinquemila tonnellate all’inizio degli anni 2000. Johan Kvalheim, responsabile per il Giappone del consiglio norvegese per la pesca, ricorda con orgoglio come la Norvegia abbia avuto un ruolo cruciale nell’introdurre il salmone nella cucina giapponese. “Attraverso gli sforzi del Project Japan, il salmone norvegese è diventato la scelta preferita”. Questo non fu solo un successo commerciale, ma anche un’apertura verso una nuova concezione del sushi, che avrebbe influenzato il mondo intero.
Il sushi e il mondo
Oggi, il salmone è diventato il topping preferito per il sushi a livello globale. Secondo una ricerca, in diciassette paesi su venti, il salmone è il pesce più richiesto per sashimi e poke. Un amore che ha contagiato anche l’Italia, dove il sushi ha trovato una grande accoglienza. Con oltre trentuno milioni di ordini nel solo ultimo anno, l’Italia si posiziona come il secondo paese per consumo di sushi, subito dopo la Spagna. Milano e Roma guidano la classifica, ma una piccola città, Molfetta, ha visto un sorprendente aumento del 406% negli ordini di sushi, dimostrando che l’amore per questo piatto è diffuso ovunque.
Il World Sushi Day, che si celebra il 18 giugno, non è solo un momento di festa, ma anche l’occasione per riflettere su come un semplice pesce possa unire culture diverse e cambiare le abitudini alimentari di milioni di persone. E così, il salmone norvegese, da semplice ingrediente, è diventato simbolo di innovazione e incontro tra tradizione e modernità.