Con la richiesta di salute che cresce, giorno dopo giorno, siamo sempre alla ricerca di potenziali superfood
C’è un alimento che da secoli compare quotidianamente sulle tavole coreane e che oggi è riconosciuto a livello internazionale come patrimonio culturale: non tutti lo conoscono, ma possiamo dirvi che è molto più di un semplice contorno. Se non ne hai mai sentito parlare, è il momento di conoscerlo: potrebbe diventare il superfood piccante che non sapevi di desiderare.
Salutare, come vedremo, ma non solo. Secondo gli esperti, siamo di fronte a un’esplosione di sapori: piccante, sapido, acido – una vera sinfonia gustativa.
Un cibo che è patrimonio dell’Unesco
Il kimchi è una preparazione tradizionale a base di verdure fermentate, spesso cavolo cinese, arricchita con aglio, peperoncino, zenzero e pesce fermentato. La sua versione più comune è il baechu kimchi, ma in realtà ne esistono oltre 200 varianti, con ingredienti che spaziano dai ravanelli ai cetrioli, come nel caso dell’oi sobagi.
La sua preparazione non è solo una questione culinaria, ma un rito collettivo conosciuto come kimjang: ogni autunno, le famiglie si riuniscono per preparare grandi quantità di kimchi, destinate a durare per tutto l’inverno. Questo processo è stato riconosciuto nel 2013 dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, testimoniando il profondo legame tra questo piatto e la cultura coreana.
Oltre ad essere un pilastro della gastronomia coreana, il kimchi è anche un alleato della salute. Una revisione scientifica del 2023 pubblicata sul Journal of Ethnic Foods ha evidenziato i numerosi effetti positivi di questo alimento sulla salute umana. Tra i benefici documentati ci sono: riduzione dell’infiammazione, prevenzione del cancro al colon, controllo di colesterolo e glicemia, miglioramento del sistema immunitario, protezione contro l’aterosclerosi, diminuzione del grasso corporeo e supporto alla salute intestinale grazie ai probiotici.
Nonostante il suo profilo nutrizionale sia particolarmente positivo – solo 22,5 calorie e 2,4 grammi di fibre in una porzione da 150 grammi, con quasi zero grassi – il kimchi contiene una quantità significativa di sodio: circa 747 mg a porzione. Questo valore non è trascurabile, soprattutto per chi soffre di pressione alta. L’American Heart Association consiglia di non superare i 1.500 mg al giorno per chi è iperteso, e i 2.300 mg per la popolazione generale. La parola d’ordine, dunque, è moderazione.
Chi ama cimentarsi con le ricette fai-da-te sarà felice di sapere che è possibile preparare il kimchi anche in casa. Il procedimento, seppur articolato, è alla portata di tutti. Si comincia mettendo in ammollo il cavolo in acqua salata per molte ore, finché le foglie non si ammorbidiscono. Poi si prepara una pasta speziata con aglio, zenzero e peperoncino, da distribuire con cura su ogni foglia. Il cavolo condito si sistema in contenitori ermetici – idealmente in terracotta – dove fermenta per giorni o settimane a temperatura controllata. Una volta pronto, si conserva in frigorifero per circa una settimana, anche se il gusto continua a evolvere nel tempo.
Il bello del kimchi è che si adatta a moltissimi piatti. Può accompagnare riso, noodle, frittate, insalate, o essere utilizzato per dare una marcia in più a pietanze saltate in padella. È perfetto per chi vuole aggiungere sapore, probiotici naturali e nutrienti, senza introdurre calorie vuote.