Attenzione al fritto, se vedi che ha questo colore allora è arrivato il momento di gettarlo subito: rischi grossi danni per la salute, i dettagli
Molto spesso quando si parla di cibo fritto o di frittura, i nostri lettori amano particolarmente ascoltare i nostri consigli sia per quanto riguarda il gusto, sia il sapore ma soprattutto il metodo di realizzazione di alcuni cibi a cui bisogna fare particolarmente attenzione. In questo articolo, proprio perché ci teniamo particolarmente ai nostri utenti, abbiamo deciso di parlarvi di quello che succede quando il cibo fritto ha questo colore: andiamo a vedere a cosa fare attenzione, tutti i dettagli e le curiosità che fanno la differenza.
Negli anni, infatti, siamo riusciti ad essere sempre molto precisi circa i consigli ai nostri lettori sia sui metodi di conservazione, sia sulle ricette che possono suscitare particolare curiosità proprio per sorprendere i propri ospiti a pranzo e a cena, ma anche a cosa fare attenzione per salvaguardare sempre la propria salute.
I nutrizionisti e gli esperti di questo tema, consigliano sempre ai propri lettori di mangiare sano ed equilibrato e di fare molta attività fisica, anche se, qualche volta, è bene concedersi un piccolo sfizio come la categoria fritti o frittura che unisce sia grandi che piccini.
Ma è bene fare attenzione al colore del nostro cibo fritto; proprio per questo, nel paragrafo successivo, approfondiamo questa questione per evitare problemi gravissimi di salute: andiamo a vedere i dettagli e le curiosità.
Cibo fritto, se ha questo colore buttalo subito: ecco il motivo
Molto spesso i nostri lettori amano ascoltare pareri circa i cibi ma anche alcune cotture che possono salvare la nostra salute. Oggi, infatti, approfondiamo la questione dei cibi fritti ed è per questo che la comunità scientifica ha posto alla loro attenzione il fenomeno della acrilamide, una sostanza tossica che si forma durante i processi di cottura ad alte temperature.
L’Unione Europea e la Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione degli alimenti e dei farmaci, hanno deciso di analizzarla in maniera approfondita e nel loro comunicato si legge che l’obiettivo è proprio ridurlo negli alimenti.
Nel dettaglio vi mostriamo quanto appena esplicitato: “Ridurne la concentrazione nella dieta è possibile: basta innanzitutto limitare il consumo di cibi fritti”.
Inoltre, il dibattito sull’acrilamide non è assolutamente concluso poiché gli effetti dannosi a carico del sistema nervoso hanno riguardato principalmente i ratti, tanto che Marina Marinovich, docente di tossicologia all’Università Statale di Milano ha spiegato: “Azzerarne la concentrazione, in molti casi, è impossibile, ma sarebbe importante conoscere quali dosi possono essere pericolose per l’uomo”.
Per ora non ci resta che rdurre al minimo i cibi fritti che contengono e possono contenere questa sostanza come ha definito Alberto Ritieni, docente di chimica degli alimenti all’Università Federico II di Napoli. Quest’ultimo ha anche consigliato: ” meglio evitare cibi fritti troppo dorati e croccanti. È bene, poi, che questi siano sempre accompagnati con verdura e frutta, ricche di antiossidanti che contrastano l’effetto tossico dell’acrilamide”.