Cibo avariato negli alberghi di Pescara

Il cibo veniva conservato tra gli escrementi dei topi: ecco cosa hanno scoperto i Nas di Pescara

Un hotel-ristorante del Teramano ha ricevuto una denuncia dei Carabinieri del Nas di Pescara per aver conservato del cibo avariato, con l’intenzione di somministrarlo. Durante le indagini, le forze dell’ordine hanno trovato circa 2 quintali di alimenti in pessimo stato di conservazione nelle cucine dell’esercizio.

Il caso di Pescara

Il titolare dell’hotel-ristorante deve rispondere di minaccia alla salute dei clienti. La cucina infatti continuava ad essere operativa, con l’intenzione di somministrare il cibo avariato agli ospiti nonostante questo fosse potenzialmente letale. Il personale congelava i prodotti alimentari in modo non idoneo e poi li stoccava in ambienti infestati dai topi.

I Nas di Pescara hanno inviato una segnalazione alla Asl di Teramo, che è intervenuta tempestivamete, ordinando di sequestrare il cibo contaminato. L’attività di ristorazione e cucina dell’hotel è stata sospesa immediatamente. Al momento di distruggere i prodotti alimentari inquinati, i Nas hanno scoperto che erano conservati in mezzo alle feci dei roditori che invadevano il magazzino.

Le malattie dei topi

Gli escrementi dei topi e dei ratti contengono batteri e virus che possono diffondersi attraverso il cibo avariato in molti modi. L’intossicazione infatti non avviene solo ingerendo gli alimenti inquinati. Può anche passare per la pelle quando si manipola il cibo, o per le vie respiratorie se lo si inala.

Le conseguenze per l’organismo umano vanno dalla più comune dissenteria a malattie ben più gravi:

  • salmonella, causata da un virus che vive nell’intestino dei roditori e si riproduce in quello dell’uomo;
  • peste, portata dalle pulci che proliferano come parassiti nel pelo dei topi;
  • leptospirosi, una malattia molto frequente tra gli agricoltori e tra chi lavora in ambienti umidi come le fognature;
  • tifo murino, che si manifesta con febbre, mal di testa, dolore alle ossa e sfoghi sulla pelle;
  • colera, che consuma il corpo umano provocando diarrea, vomito e dunque disidratazione.

Come conservare correttamente il cibo

Per proteggere il cibo dalla contaminazione, soprattutto se bisogna immagazzinarlo in grandi quantità, è bene rispettare alcune regole.

  • Uova e latticini vanno lasciati nella confezione originale: la data di scadenza resta ben visibile, ed è meno probabile che si formino delle muffe a contatto con altri alimenti. Tutti questi cibi vanno tenuti in frigorifero ed è meglio consumarli nel giro di 3 giorni, anche se c’è la dicitura “a lunga conservazione”.
  • Il pesce va lavato e pulito, e poi conservato in frigorifero: basta avvolgerlo in una pellicola per uso alimentare e tenerlo sul ripiano delle basse temperature. Anche in questo caso è meglio consumarlo presto, entro 24 ore.
  • La carne va sempre tenuta in frigorifero, ma alcuni tipi hanno diversi tempi di consumazione: il macinato va mangiato entro 24 ore, il tacchino e il pollo scadono dopo 48 ore, e gli affettati non durano oltre i 3 giorni.
  • Frutta e verdura vanno sempre lavate prima di riporle negli appositi cassetti del frigorifero: il lavaggio va fatto sotto acqua corrente per un buon numero di secondi, così da eliminare pesticidi e agenti chimici dalla buccia.
  • La pasta di grano duro in busta va conservata in contenitori ermetici: se si sceglie di mantenere la confezione originale, bisogna assicurarsi che sia ben chiusa, per impedire alle larve di farfalla (le “farfalline della farina”) di trovarvi il loro ambiente ideale.

L’importante è usare i giusti contenitori ad uso alimentare: i metalli (acciaio e alluminio) non vanno bene per conservare i cibi molto salati o acidi, perché tendono a corroderli. La pellicola trasparente va bene per proteggere gli alimenti dall’ossidazione e impedire che si secchino, ma per frutta e verdura l’ideale resta la carta, che è traspirante e assorbe l’umidità (basta cambiarla più spesso). Il vetro invece è super igienico, col vantaggio che permette di vedere a colpo d’occhio quale cibo è conservato nel contenitore.

Scritto da alice sacchi
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