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La verità sull’allevamento intensivo del salmone: un’inchiesta sconvolgente
L’allevamento intensivo del salmone è un tema che suscita sempre più preoccupazione tra i consumatori e gli attivisti per i diritti degli animali. Recentemente, un’inchiesta condotta dalla trasmissione Report ha messo in luce le condizioni disumane in cui vengono allevati questi pesci, rivelando una realtà inquietante che va dalla Brianza fino alla Scozia.
Un’indagine scomoda
La puntata del 18 maggio ha seguito le tracce di Michela Vittoria Brambilla, parlamentare e nota animalista, che sembra avere legami con il commercio di salmone e gamberetti. La giornalista Giulia Innocenzi ha viaggiato fino in Scozia per scoprire come vengono allevati questi pesci, partendo dalle incongruenze tra le dichiarazioni pubbliche di Brambilla e le sue attività commerciali.
Le telecamere di Report hanno rivelato che i camion di Food From the World, un’azienda legata a Brambilla, trasportano salmone e gamberetti per scaricarli in un capannone di Io Veg, un’azienda di prodotti vegani. Questo paradosso ha portato a dimissioni e sanzioni, evidenziando un legame tra le due aziende che sembrava sfuggire al controllo pubblico.
Le condizioni degli allevamenti
Ma la vera sorpresa è arrivata quando Innocenzi, assistita da un investigatore privato, ha visitato di nascosto uno degli allevamenti di salmone. Qui, ha trovato salmoni in condizioni deplorevoli: molti erano morti o moribondi, con ferite gravi e segni di malattia. Il sovraffollamento è un problema critico, con vasche che ospitano fino a 100.000 pesci, e in alcuni casi, addirittura un milione.
Le condizioni dell’acqua, aggravate dal cambiamento climatico, favoriscono la proliferazione di batteri e malattie, mentre i pidocchi di mare infestano i pesci, causando sofferenze indicibili. La mortalità dei salmoni negli allevamenti intensivi è aumentata drasticamente, passando dal 7% al 25% negli ultimi dieci anni, con 17 milioni di esemplari morti ogni anno.
Le conseguenze ambientali e sanitarie
La situazione è ulteriormente complicata dall’uso di sostanze chimiche nei mangimi per pesci, utilizzate per combattere i parassiti. Questi agenti chimici, come azametifos e dentametrina, non solo danneggiano l’ambiente marino, ma possono anche arrivare fino ai consumatori, sollevando interrogativi sulla sicurezza alimentare.
Questa inchiesta mette in evidenza l’importanza di informarsi su ciò che si consuma. La realtà dell’allevamento intensivo del salmone è un chiaro esempio di come l’industria alimentare possa nascondere verità scomode, e invita i consumatori a riflettere sulle proprie scelte alimentari.