Pit’sa: pizza inclusiva e gourmet che sorprende

Pit'sa non è solo una pizzeria, è un esempio di come l'inclusione e l'innovazione possano convivere. Scopri i segreti dietro il loro successo!

Hai mai pensato che una pizzeria potesse diventare un simbolo di cambiamento sociale? Bene, preparati a scoprire Pit’sa, un locale che non solo delizia il palato con le sue pizze ad alta digeribilità, ma rompe anche le barriere dell’inclusione. Fondata da Giovanni Nicolussi e sua moglie, questa pizzeria va oltre il semplice concetto di ristorazione: è un progetto che dimostra come il buon cibo possa anche fare del bene. Ma cosa rende questo posto così speciale? Scopriamolo insieme!

1. Un menu che sorprende: dalla classicità alla gourmet

Quando pensi a Pit’sa, cosa ti viene in mente? Sicuramente l’immagine di una pizzeria innovativa! Qui troverai pizze classiche come la Margherita e la Rucola, ma la vera sorpresa sta nelle loro versioni gourmet vegane. Hai mai assaggiato una pizza con mozzarella vegetale fatta in casa con latte di anacardi? È un’esperienza che non puoi perdere! Questo approccio non è solo una strategia di marketing, ma una missione vera e propria: rendere il cibo accessibile e gustoso per tutti.

E non finisce qui! Pit’sa è anche un laboratorio di idee, dove si crea un ambiente di lavoro inclusivo. Attualmente, ben 14 ragazzi con sindrome di Down fanno parte del team, e la loro presenza ha dimostrato di migliorare l’efficienza complessiva. Giovanni lo sottolinea: «Il nostro progetto è nato per includere, e sorprendentemente, ha migliorato il lavoro di tutti.» Non è fantastico come il buon cibo possa anche generare buone pratiche lavorative?

2. Innovazione e sostenibilità: un modello da replicare

Ma cosa rende Pit’sa davvero unica? La risposta è nel loro innovativo sistema operativo. Grazie a un modello studiato per ottimizzare i processi, controllare i costi e azzerare gli sprechi, Pit’sa ha persino ottenuto un brevetto per il proprio metodo. Questo ha attirato l’attenzione di investitori pronti a replicare il modello in altri luoghi. Immagina se ogni pizzeria potesse seguire il loro esempio!

Giovanni racconta la loro evoluzione con entusiasmo: «Volevamo realizzare qualcosa di inclusivo ma anche sostenibile dal punto di vista imprenditoriale.» E ci sono riusciti! I ragazzi non solo vengono formati, ma anche assunti, creando un’atmosfera di lavoro intuitiva e accessibile. Risultato? Un miglioramento della qualità del servizio e una maggiore soddisfazione dei clienti. Chi non vorrebbe mangiare in un posto del genere?

3. Un futuro luminoso: tecnologia e inclusione

Con il costante evolversi del progetto, Pit’sa ha in serbo grandi novità. Tra queste, l’introduzione del QR code per facilitare gli ordini. Non solo migliora l’esperienza del cliente, ma permette anche ai ragazzi con disabilità di interagire senza stress. Giovanni racconta: «Il ragazzo può accogliere il cliente e spiegare il menù senza sentirsi sopraffatto.» Un piccolo passo per la tecnologia, ma un grande passo per l’inclusione!

Ma non è tutto: il team sta lavorando anche a software e soluzioni digitali per rendere i processi ancora più fluidi. L’obiettivo è chiaro: rendere ogni lavoratore autonomo e ogni procedura semplice e replicabile. E mentre tutto questo avviene, l’offerta gastronomica rimane al centro del progetto. Ogni pizza è preparata con farine selezionate, mantenendo un legame con la tradizione culinaria italiana.

Infine, non puoi lasciare Pit’sa senza assaggiare il dessert: il “provamisù”, un tiramisù vegano che sorprende anche i palati più esigenti. La filosofia di Pit’sa è semplice: vegano, sì, ma solo se fa dire “wow”. Non crederai mai a quanto possa essere buono!

Scritto da Staff

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