Fast food: fa più male oggi che trent’anni anni fa

Uno studio ha dimostrato come oggi i fast food siano meno salutari che in passato

Nell’era del salutismo anche i grandi fast food sono alla costante ricerca di soluzioni per rendere il cibo più benefico. Sono state messe in atto diverse strategie di marketing, campagne di sensibilizzazione e iniziative per ripensare il classico menù. In realtà uno studio ha dimostrato come oggi i fast food siano meno salutari che in passato.

La ricerca sui fast food

Il New York Times ha recentemente pubblicato una ricerca fatta dai ricercatori della Boston University and Tufts, che riassume gli ultimi trent’anni del fast food americano. Il periodo preso in analisi sono gli anni compresi tra il 1986 e il 2016. I parametri dell’analisi sono stati tre: le dimensioni, la percentuale di sodio contenuta negli alimenti e il loro apporto calorico, per rilevare l’impatto che tali prodotti hanno sulla dieta di un americano medio che frequenta abitualmente uno dei molteplici ristoranti fast food diffusi negli Stati Uniti. I ricercatori hanno preso in considerazione quasi 1800 “piatti” tra portate principali, contorni e dolci sul menù di dieci catene americane: Mc Donald’s, Burger King, KFC, Arby’s, Carl’s Jr, Dairy Queen, Hardee’s, Jack in the Box, Long John Silver’s, Wendy’s. Da una parte questi ristoranti tentano di diversificare il menù per rispondere alle nuove richieste alimentari in un’epoca in cui si fa sempre più attenzione al salutismo; dall’altro lato c’è una forte tendenza ad esagerare con le quantità di sale e di grassi, dalle patatine fritte ai cookies al cioccolato, dagli anelli di cipolla fritti ai bastoncini di formaggio filante. Anche le dimensioni delle monoporzioni si sono ingrandite rispetto ad anni fa.

La ricerca ha confermato che oggi il cibo proposto dal fast food è meno salutare rispetto a trent’anni fa. Inoltre in numero degli obesi negli Stati Uniti è sempre maggiore – ad oggi l’obesità colpisce il 40% degli americani adulti, contro il 13% dei primi anni Sessanta.

Come risolvere il problema?

Molti Paesi del mondo hanno introdotto delle normative relative alla salute pubblica: c’è infatti l’obbligo di segnalare gli alimenti presenti nei menù con un’alta percentuale di sale, di zuccheri e di grassi. Ma questo non basta. Affinché ci sia un cambiamento il sistema dovrebbe cambiare fin dall’inizio, anziché preoccuparsi a posteriori. Ad oggi l’11% del fabbisogno energetico della popolazione adulta americana è coperto dai pasti al fast food. Ma che prezzo ha tutto questo sulla salute?

Scritto da alice sacchi
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