Tempo di conservazione del miele: consigli e curiosità

Quanto tempo può durare il miele dopo l'apertura? Consigli e curiosità sul miele: tempo massimo di conservazione e metodi per prolungarne la durata.

Il miele è un alimento che solitamente non si usa di frequente o in grandi quantità, per cui spesso un vasetto può rimanere in dispensa anche per lungo tempo: settimane, mesi, addirittura anni se ci si limita ad aggiungerne un cucchiaino alla tisana quando si ha il raffreddore. Il dubbio, dunque, sorge spontaneo: quanto tempo dura il miele una volta aperto? Rispondiamo a questa domanda nel prossimo paragrafo.

Quanto tempo dura il miele?

Innanzitutto, è bene specificare che il miele, esattamente come lo zucchero e tanti altri prodotti a lunga conservazione, non ha una vera e propria data di scadenza, tuttavia per legge sulla confezione deve essere indicato il termine minimo di conservazione (TMC), con al dicitura “consumarsi preferibilmente entro”. Il TMC può variare da 18 mesi, fino a 2 anni, a discrezione del produttore.

Un vasetto di miele, se conservato in un ambiente fresco, asciutto e al riparo dalla luce (in questa guida trovete tutti i nostri consigli per una corretta conservazione), può durare anche diversi anni, anche se inevitambilemente il trascorrere del tempo potrebbe comportare una degradazione del suo profumo e sapore caratteristico.

Per darvi un’idea di quanto la durata del miele possa essere estesa, basti pensare al ritrovamento in una tomba egizia risalente a 3000 anni fa di alcune anfore contenenti del miele ancora in perfette condizioni. Può sembrare incredibile, ma la spiegazione è molto semplice: il miele, essendo composto principalmente da glucosio e fruttosio, con un contenuto di acqua pari al 18%, ha una struttura molto stabile, difficilmente attaccabile dai lieviti, per cui resiste (quasi) indenne al trascorrere del tempo.

Naturalmente, vi consigliamo di non attendere troppo a lungo prima di terminare il miele che conservate in dispensa, per il semplice motivo che, pur rimanendo commestibile, inevitabilmente con il tempo perde la sue preziose proprietà organolettiche.

Scritto da Angelica Mocco
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