Champagne, prosecco e spumante: quali sono le differenze e come riconoscerle

Quando sentiamo parlare di vini bianchi vengono spesso nominati lo champagne, il prosecco e lo spumante, ma qual'è la differenza tra loro? Scoprilo in questo articolo

Nel variegato universo dei vini, vige una distinzione primaria tra “effervescenti” e “fermi”; tra i primi, rientrano tutti i prodotti caratterizzati da una certa concentrazione di anidride carbonica (che si traduce in bollicine o vera e propria schiuma nel bicchiere), che vengono ulteriormente catalogati come “frizzanti” o “spumanti”.

A differenza di quanto si possa pensare, infatti, lo “spumante” non è una particolare etichetta o bottiglia; si tratta, più semplicemente, di una definizione che viene attribuita a qualunque vino realizzato con una specifica tecnica di vinificazione. In parole povere, è “spumante” qualsiasi vino che – in virtù di un peculiare metodo di fermentazione – produce spuma quando viene versato dalla bottiglia. Lo Champagne è l’esempio più tipico di “vino spumante”, ma non certo l’unico; non molti sanno, ad esempio, che anche il Prosecco può essere “spumante”. Da ciò nasce una certa confusione tra due bianchi tanto celebri quanto diversi tra loro, sia per le uve utilizzate che per la vinificazione. In questo articolo, cerchiamo di illustrare nel dettaglio quali sono le differenze che contraddistinguono Prosecco e Champagne.

Champagne: cos’è e come si produce

Lo Champagne, forse il più celebre tra i vini spumanti, è un bianco francese a denominazione di origine controllata (in francese: AOC, “Appellation d’origine contrôlée”) ottenuto tramite vinificazione in bianco. Questa tecnica, che consiste nell’immediata separazione dei semi (vinaccioli) dalle vinacce (la buccia dell’acino), viene impiegata per ottenere vini bianchi anche da uve nere; lo Champagne, infatti, è ricavato perlopiù da vitigni quali Chardonnay (a bacca bianca), Pinot nero e Pinot Meunier (entrambi a bacca nera).

Altra caratteristica esclusiva dello Champagne è la tecnica di produzione; il metodo di vinificazione, il cosiddetto “champenoise” (o “metodo classico”). All’interno dell’Unione Europa, dal 1994 nessun altro vino può fregiarsi, in etichetta, di essere ottenuto tramite “méthode champenoise”, a tutela dell’esclusività del prodotto francese. Volendo sintetizzare, questa tecnica prevede una rifermentazione in bottiglia, per mezzo di zuccheri e lieviti selezionati, in maniera tale da ottenere la caratteristica ‘spuma’.

Una tecnica molto simile (“rifermentazione in bottiglia e la separazione del deposito mediante sboccatura”, secondo disciplinare) viene utilizzata anche in Italia per produrre, ad esempio, i vini Franciacorta (provenienti dalla sola provincia di Brescia); anche il ‘mix’ di uve – che in gergo tecnico prende il nome di “uvaggio” – è simile: Chardonnay e/o Pinot nero con la possibile aggiunta di Pinot bianco, a seconda della tipologia. Molto apprezzate in Italia e non solo, le etichette di Franciacorta, incluse le più prestigiose, sono largamente disponibili anche tramite e-commerce settoriali come Vinebrio.com, così come presso i rivenditori della grande distribuzione e le enoteche specializzate.

Prosecco: caratteristiche organolettiche e metodo di produzione

Il Prosecco è un vino bianco italiano a denominazione di origine controllata; esso viene ottenuto “da uve provenienti da vigneti costituiti dal vitigno Glera; possono concorrere, in ambito aziendale, da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 15%, i seguenti vitigni: Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera, Glera lunga, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero (vinificato in bianco)”, secondo quanto stabilito dal relativo Disciplinare. Le uve provengono dai territori delle province di Belluno, Gorizia, Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia e Vicenza.

Per quanto riguarda le caratteristiche organolettiche ed olfattive, il Disciplinare distingue anzitutto tra Prosecco, Prosecco Spumante e Prosecco Frizzante.

Il primo viene descritto come un vino dal colore “giallo paglierino” che all’olfatto presenta un odore “fine, caratteristico, tipico delle uve di provenienza” abbinato ad un sapore “da secco ad amabile, fresco e caratteristico”. La gradazione alcolica minima è pari a 10,5%.

Il Prosecco Spumante, invece, ha anch’esso un colore giallo paglierino intenso e brillante, arricchito da una “spuma persistente”; il sapore, invece, è “da brut a demi-sec, fresco e caratteristico” mentre la gradazione alcolica è leggermente più alta (11%).

Infine, il Prosecco Frizzante: è simile a quello dello spumante, per colore e odore ma si distingue per un “evidente sviluppo di bollicine” in luogo della spuma. Il sapore è descritto in maniera non diversa da quello del Prosecco, con il quale il “Frizzante” condivide anche il tasso alcolico.

Scritto da Redazione Food Blog
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