Umbricelli alla spoletina: origini e ricetta

In questa guida ti daremo la ricetta per preparare i famosi ‘Umbricelli’ alla Spoletina, uno dei primi piatti tipici della tradizione umbra. Si tratta di un piatto della tradizione povera ma dagli ingredienti molto semplici e nutrienti. Tieni presente che potresti anche trovarli con il nome di ‘strangozzi’ o ‘strozzapreti’ o ‘strangolapreto’, ma si tratta sempre della stessa buonissima pasta.

Umbricelli alla spoletina: la storia

Gli umbricelli alla spoletina, come si intuisce dal nome, sono originari della splendida cittadina di Spoleto, e sono davvero inconfondibili. Prepararli è semplice, ed anche per questo motivo, oltre al loro valore nutritivo, sono sempre stati molto gettonati nella tradizione popolare.

Si tratta di semplici fettuccine fatte in casa, e per questa ricetta ti insegneremo a farli. Se puoi vuoi accelerare le cose, puoi anche naturalmente acquistarli già pronti. Fare la pasta in casa tuttavia dà molta soddisfazione.

Ti servirà soltanto la farina di semola, la farina 00 e l’acqua con l’olio. Le uova infatti non sono necessarie in questo impasto. A proposito di ingredienti, andiamo a vedere cosa ti occorre.

Ingredienti

  • 400 grammi di pasta
  • 100 grammi di farina 00
  • 100 grammi di farina di semola di grano duro rimacinata
  • 100 grammi di acqua fredda
  • 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
  • 500 grammi di passata di pomodoro
  • 1 spicchio d'aglio
  • 3 cucchiaio di olio extra vergine di olia
  • pepe e prezzemolo quanto basta

Informazioni

Tempo di preparazione: 00:15
Tempo di cottura: 00:25
Tempo totale: 00:40
Adatto per diete: con pochi Grassi

Preparazione

  1. Comincia dalla pasta. Prendi una ciotola e versaci dentro la farina 00. Unisci anche quella di semola, entrambe setacciate, e mescolale tra di loro.
  2. Poi mettile su una spianatoia, e fai una fontana nella quale metterai l'acqua a filo. Comincia ad impastare. Quando la farina e l'acqua cominceranno ad amalgamarsi per bene, unisci anche l'olio a filo.
  3. Impasta sempre con cura fino a che non otterrai una pasta morbida ma compatta. Fanne una palla schiacciata e rivestila con il cellophane, Non metterla in frigo perché ti servirà, ma mettila da parte.
  4. Dedicati adesso al sugo. Prendi una padella antiaderente e mettici un filo d'olio. Fai rosolare l'aglio e quando sarà bello imbiondito aggiungi la passata. L'aglio puoi toglierlo o se preferisci lascialo. L'importante è che non si bruci.
  5. Sala e pepa, e fai continuare la cottura a fuoco basso per una ventina di munti, in modo che la passata di insaporisca. Quando il sugo è quasi pronto e si è ristretto, spegni.
  6. Passa adesso alla pasta. Accendi intanto il fuoco sotto la pentola che porterai ad ebollizione. Prendi l'impasto, stendilo in una sfoglia spessa circa 2 millimetri e arrotolala su se stessa. Taglia il rotolo via via in modo da ottenere tante tagliatelle. Aprile con le mani e mettile su un ripiano che avrai infarinato per non farle attaccare.
  7. Buttale in acqua appena bolle, e lasciacele per pochi minuti. La pasta fresca viene su da sola quasi subito quando è pronta. Scolala (e ricordati sempre di tenere da parte una tazza di acqua di cottura in caso ti servisse per amalgamare il sugo).
  8. Aggiungila alla padella alla quale avrai acceso il fuoco, e fai amalgamare per qualche minuto. Spolvera con il prezzemolo e servi caldo.

Curiosità sugli umbricelli alla spoletina

Un'ultima curiosità sugli umbricelli alla Spolentina. Lo sapevi che questo tipo di pasta, originaria di Foligno e Spoleto, deriva il suo appellativo dalla parola 'stringa'? Infatti spesso vengono chiamati anche 'strangozzi', e narra la leggenda che questa pasta si chiami così perché assomiglia a dei lacci delle scarpe. Pare che anticamente i lacci di cuoio fossero esattamente così. Si chiamano però anche 'strozzapreti' e in alcuni posti 'strangolapreti'. La curiosità vuole che il nome derivi dal fatto che quando la Chiesa dominava i territori, i preti fossero soliti usare proprio quel tipo di scarpe con lacci annessi. umbricelli
Scritto da Sabrina Rossi
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